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"Se mi domandassi, in questo preciso istante, donde venga ogni arte, io ti risponderei senza indugio: da una pera. E sarebbe la più vera di tutte le verità ad ora dimostrate." "Nell'ipotesi d'essere" è, sì, plausibilmente un libro, ma, principalmente e piuttosto è una coscienza. Una coscienza che, soffrendo di solitudine, anima il mondo oggettivo attorno a sé, cercando disperatamente di auto-verificarsi come esistente attraverso il proprio atto creativo. "Nell'ipotesi d'essere" è una parabola dalla narrazione deliberatamente sconclusionata, un deambulare precario lungo il filo sottile del non-senso, è l'atto epico di scucire e ricucire a ciclo gli sfilacciati confini un piano di realtà esistenziale velatamente psicotico o, quantomeno, provocatoriamente arbitrario e auto-referenziale.